Quando conobbi Mosè, un piccolo cenerino di un anno e poco più, il suo proprietario lamentava la mancanza totale di fiducia nelle mani, nei movimenti e la presenza di neofobie.
La storia di Mosè resta sconosciuta sino al momento in cui è entrato nella casa di adozione, dal suo proprietario Vitale.
Dal modo in cui si relazionava, era evidente che l’allevamento e le esperienze fatte non gli avevano confidato alcun insegnamento utile a condividere la propria vita con altri individui, umani o cospecifici.
Tutto era allarme, dubbio, difesa.
Se solo la mano su cui saliva si spostava, Mosè se la dava ad ali spiegate.
Se solo gli si avvicinava un nuovo oggetto, scappava.

La storia di questo pappagallo cenerino è esemplare. Si tratta di un caso di sindrome da autodeplumazione nata da un forte stato di malessere e dalla conseguente iper-cura che, grazie al cielo, i proprietari hanno offerto a questo animale in un momento critico della sua vita. Infatti, senza le costanti attenzioni che i proprietari hanno dato ad Anacleto, non credo se la sarebbe cavata.
Le conseguenze comportamentali di queste attenzioni continue le abbiamo risolte, dunque ben venga una insistente preoccupazione ove vi sia malessere!
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